LA STORIA

Redatto da Giovanni Lanzi

Tratto dai libri “Storia del Frosinone Calcio” (1994), “La Quarta Serie negli anni ’50” (1995), di Piergiorgio Renna, dall’archivio storico dell’autore e da “C’era una volta un pallone” (2004) di Amedeo Di Sora.

Stagione 2022/2023

La stagione del trionfo. Il campionato 2022-’23 si chiude con il ritorno del Frosinone in serie A, 80 punti, +6 sul Genoa e una carrellata di record che vanno dal miglior attacco (63 reti) alla miglior difesa (26), dal maggior numero di clean sheet (20) al record di vittorie (23), dal maggior numero di punti in casa (45) al minor numero di sconfitte (6) a pari merito con Genoa e Bari. Un successo sul campo non è mai casuale però. Perché alle spalle c’è anche una seria programmazione che al culmine di un triennio ha portato i suoi frutti. Peraltro, come più volte ribadito dal direttore Angelozzi nella stagione, anche con una dose immancabile di piacevolissima sorpresa. Senza dubbio il tecnico Fabio Grosso ha avuto una parte di primissimo piano, come ampiamente riconosciuto dalla Società nei diversi passaggi dentro una stagione partita il 1 luglio 2022 nel ritiro di Fiuggi – con un organico quasi del tutto rimodellato, snellito e totalmente funzionale alle aspettative sia tecniche che societarie – e chiusa con la vittoria di Terni 10 mesi e mezzo dopo. Nel mezzo un campionato nel quale il tecnico ha saputo valorizzare tutti, ha ‘ammortizzato’ sempre al meglio assenze pesanti che si sono presentate durante l’arco del campionato: dagli infortuni di Lucioni (fuori 6 gare compresa la sosta natalizia), di Kone, Lulic, Mulattieri, Sziminsky, Boloca. Ma ha sempre trovato gente pronta al momento opportuno.
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, già dalla prima uscita ufficiale della stagione, in Coppa Italia contro il Monza, i giallazzurri pur sconfitti 3-2, destarono una buona impressione.
La prima uscita in campionato portò in dote 3 punti, a Modena la gara la risolse un gol di Rohden. Successo bissato in casa con il 3-0 al Brescia con i gol di quello che sarà un tridente di grande spessore: Moro (6 gol a fine stagione, Caso (9 gol) e Mulattieri (12 gol). A quali nel corso della stagione si intercaleranno varianti offensive di primissimo piano, da R. Insigne (rivitalizzato dalla cura-Grosso, 8 gol a fine campionato) a Borrelli (6 reti pesantissime) e da gennaio Baez (1) e Bidaoui. A Benevento il primo stop (2-1 per i sanniti) ma i giallazzurri possono recriminare per un paio di episodi molto dubbi in area di rigore. Il 2-0 al Como in casa è senza appello ma Cittadella arriva la doccia fredda, il gol dei veneti al 92’ dopo tante occasioni vanificate. Grosso invita alla calma, il Frosinone è ancora sull’altalena ma le ‘stimmate’ della grande squadra e soprattutto del grande gruppo si notano. Arriva la sfida con il Palermo, battuto in casa 1-0 ma a Parma Turati & soci perdono 2-1. Dall’8.a giornata alla 13.a scatta la molla: 6 vittorie di fila. E’ il primo strappo della stagione. Il Frosinone sale in vetta alla classifica alla 10.a giornata, vittoria sul Bari (1-0) in casa, a pari merito (21 punti) con il Genoa. Poi arriveranno i successi di Cosenza (1-2) e Ascoli (0-1) intervallati da quello in casa sul Perugia (1-0). Si apprezza una combinazione di cellule devastanti: attacco chirurgico, difesa granitica, mediana di qualità e quantità e una radicata solidità nelle due fasi. Due pareggi di fila (2-2 in casa con il Cagliari e 1-1 a Bolzano) accrescono le certezze nonostante un successo sfumato al 95’ con i sardi (rigore magnanimo) e un pareggio strappato con le unghie al 95’ contro gli altoatesini (gol dell’esordiente Monterisi). A Reggio Calabria sinfonia giallazzurra, Grosso stravince la sfida con Pippo Inzaghi (0-3), poi il pari con l’ostico Pisa in casa (0-0) e la sconfitta immeritata al ‘Ferraris’ con il Genoa (1-0). Al giro di boa il 3-0 in casa con la Ternana consegna il titolo di campione d’inverno con 39 punti.
Il girone di ritorno riparte con la vittoria casalinga sul Modena (2-1), il secondo di 6 successi consecutivi che permetteranno a Lucioni & soci di imprimere un altro scatto in classifica. In sequenza il 3-1 in casa del Brescia, la vittoria 1-0 in casa sul Benevento, il 2-0 a Como e il 3-0 a Benevento. Arriva la tanto attesa sfida col Palermo, al ‘Barbera’. Il Frosinone la gioca da grande squadra e si prende il pari (1-1). Dopo l’eurogol di Verre, un altro eurogol lo firma Boloca. E nel finale l’arbitro chiude gli occhi in area rosanero. Tra la 26.a e la 30.a un leggero calo ma solo a livello di risultati: arriva il primo ko in casa, il Parma passa 4-3 al Benito Stirpe dopo la grande rimonta che aveva portato dall’1-3 al 3-3. I canarini non si accontentano, si scoprono e perdono. Ma a Ferrara tornano anche i 3 punti (0-2), ci pensano Lucioni e Caso. Una doppietta di Mulattieri e il gol del folletto Caso fissano il 3-0 in casa sul Venezia, poi all’Astronave di Bari di fronte a 40.000 persone uno 0-0 che va anche stretto che tiene i giallazzurri a +8 sul Genoa e +12 sui pugliesi.
Il secondo passaggio a vuoto, in casa con il Cosenza (0-1 al 95’) ringalluzzisce gli inseguitori ma il Frosinone fa capire che non è aria di rimonte per nessuno. Pareggia (1-1) a Perugia, batte l’Ascoli in casa 2-0, non trema a Cagliari (0-0), si tiene il punto in casa con l’ostico e sbarazzino Sudtirol (0-0) e quindi piazza il 1 maggio la zampata del leone: il 3-1 sotto il diluvio alla Reggina permette di staccare il biglietto per la terza volta in serie A nella sua storia. E’ Borrelli, l’ariete di scorta promosso al posto dell’infortunato Mulattieri, a rompere il ghiaccio con un colpo di testa alla mezz’ora e poi Insigne su rigore a raddoppiare nel finale di tempo. Hernani riaccende le speranze dei calabresi, Caso le spegne ed è festa in piena notte sotto il diluvio. In sequenza, con la serie A in tasca, il Frosinone non fa sconti a nessuno, allunga la serie dei 3 gol a partita: 3-1 a Pisa, 3-2 in casa al Genoa già promosso e per chiudere il 3-2 a Terni. Alla fine della musica è soliloquio giallazzurro, un altro miracolo nella gestione ventennale del presidente Maurizio Stirpe.

Stagione 2021/2022

Il Frosinone chiude la stagione 2021-’22 al 9° posto, 58 punti, con un +1 nella posizione e +8 punti rispetto alla stagione precedente. Playoff accarezzati, tenuti stretti a lungo e poi solo sfiorati. A pesare nel bilancio verso la extra-season, in definitiva, gli scontri diretti con il Perugia che, arrivando a pari punti con i giallazzurri di Fabio Grosso, ha staccato l’accesso alla lotteria dei sogni, poi frustrati per gli umbri dalla sconfitta di Brescia.
In Coppa Italia – prima gara ufficiale dopo la sfilza di amichevoli – il Frosinone esce ai rigori in casa del Venezia dopo che i 90’ si erano chiusi sullo 0-0 e i supplementari sull’1-1. Ai rigori passano i lagunari, errore decisivo di Gatti che – dopo una prima metà di stagione letteralmente ‘monstre’ – a gennaio il Frosinone capitalizza con la cessione alla Juventus.
Il campionato scatta con l’open day del 20 agosto 2021, di fronte due campioni del Mondo del 2006: Gigi Buffon tra i pali del Parma e Fabio Grosso sulla panchina giallazzurra. Spettacolo, finisce 2-2 e il pari del Frosinone quasi sul filo di lana lo firma Charpentier. Provvisorio vantaggio dei canarini siglato da un esordiente, Alessio Zerbin. Curiosità che lega i due giocatori: il franco-congolese a fine stagione realizzerà 10 reti ma con le presenze penalizzate da due infortuni mentre l’esterno di proprietà del Napoli al gong del campionato avrà messo in cassaforte 9 gol. Due prestiti che hanno fruttato circa un terzo del totale.
Nelle successive prima 5 gare di campionato, Ravaglia & soci vincono fuori casa a Vicenza (2-0) e a Como (2-0), impattano a Reggio Calabria (0-0) mentre al ‘Benito Stirpe’ non vanno oltre il pari con il Perugia (0-0) e il Brescia (2-2, gol delle Rondinelle nel finale con polemica annessa da parte di Pippo Inzaghi). Il primo passo falso della stagione arriva con il Cittadella (0-1), una partita che i canarini hanno giocato alla garibaldina ma senza essere chirurgici. Poi una serie positiva di 9 gare, con qualche pareggio di troppo, però. Si parte con il punto di Cosenza (1-1) mentre la prima vittoria in casa arriva il 23 ottobre con l’Ascoli (2-1). Quindi il pareggio di Alessandria (1-1) con il gol di Charpentier al 97’. Il 1 novembre Cicerelli decide la sfida casalinga con il Crotone (2-1) al 92’, l’apice delle emozioni di questo primo periodo si tocca con il 4-1 di Benevento dove i canarini sono padroni del campo. Al ‘Benito Stirpe’ con il Lecce termina 0-0, i salentini hanno le stimmate della squadra predestinata e il punto è comunque un passo avanti. Non lo è invece quello con il Pordenone – già allora ultimo in classifica – sempre in casa (2-2) quando la squadra di Grosso agguanta il pari grazie a Charpentier al 97’ con i friulani in inferiorità numerica. Con le grandi Szyminski & Co non sbagliano, a Cremona fanno 1-1 mentre in casa lasciano punti con la Ternana (1-1). A Monza la sconfitta più bruciante (3-2) dopo essere stati in vantaggio di 2 reti fino al 70’. Il 2021 si chiude con il roboante 4-0 alla Spal e il 2022 riparte con il 3-1 in casa del Pisa, ultima del girone di andata che la squadra di Grosso al giro di boa mette in cassa 31 punti.
Il Frosinone è a ridosso della zona promozione, la vittoria di Parma (0-1) e quella con il Vicenza in casa (2-0) tengono alto l’entusiasmo di tutto l’ambiente. A Perugia la prima sconfitta del girone di ritorno (3-0), bissata dal passo falso (1-2) con il Como al termine di una gara stregata. Qualche disattenzione di troppo. A Brescia il 2-2 penalizza il Frosinone che fa gol all’88’ ma si vede raggiungere al 90’, anche qui si recrimina. Al ‘Benito Stirpe’ 3-0 alla Reggina ma a Cittadella i canarini perdono con lo stesso punteggio di Perugia una gara in fotocopia. Riscossa interna con il Cosenza (1-0), quindi in successione il pareggio di Ascoli (1-1), il 3-0 in casa all’Alessandria dell’ex Longo. Contro i piemontesi si fa male il bomber Charpentier, ko pesantissimo che lo metterà fuori causa fino al termine della stagione. La sconfitta di Crotone (2-0) fa perdere terreno importante, i canarini poi si rifanno battendo 2-0 il Benevento in casa. Il ‘Benito Stirpe’ diventa un muro ma la squadra di Grosso paga dazio fuori casa quasi sistematicamente. E inizia un percorso sulle montagne russe. Doppia sconfitta di fila in casa della capolista Lecce (1-0) e in casa della già retrocessa Pordenone (2-0). Poi viene battuta (2-1) la Cremonese in casa, a Terni un rigore nel recupero fissa il 4-4 finale con le difese affatto attente. I giallazzurri restano agganciati all’ottavo posto. I playoff sembrano diventare certezza dopo la prestazione e il 4-1 al Monza in casa ma a Ferrara (3-0 per gli emiliani) e in casa col Pisa all’ultima giornata (1-2) svanisce l’approdo ai playoff.

Stagione 2020/2021

Termina con il gong della stagione regolare il campionato 2020-’21 del Frosinone. Che incassa un 10° posto, a 50 punti, chiudendo con la vittoria roboante di Reggio Calabria e con la soddisfazione di mandare in doppia cifra l’attaccante Novakovich (12 reti). Stagione che sarebbe ingeneroso considerare che non abbia risentito della coda estenuante del torneo scorso quando i giallazzurri videro sfumare il sogno serie A all’ultimo secondo della gara di ritorno dei playoff il 20 agosto. Dieci giorni dopo una buona parte di quell’organico – compreso il tecnico Nesta e lo staff – era di nuovo in campo. E quelle scorie, soprattutto fisiche ma anche mentali, hanno recitato un ruolo probabilmente determinante nel corso del campionato appena andato in archivio.
Il 26 settembre, a meno di un mese dal gong di La Spezia, la B riparte e il Frosinone paga dazio in casa con l’Empoli. Le gambe girano poco ed è anche normale che sia così. La partita di Coppa Italia in casa con il Padova (1-3) è un campanello d’allarme, poi però i giallazzurri vanno a Venezia e vincono 2-0 e fino al 1 novembre battono in sequenza l’Ascoli (1-0), il Pescara a destinazione (2-0), la Cremonese in casa (1-0) e nel mezzo pareggiano con l’Entella (0-0). Nel frattempo c’è una novità nell’Area Tecnica, dove nel ruolo di Direttore arriva Guido Angelozzi che due mesi prima era sulla sponda vittoriosa dello Spezia, legato da un rapporto di amicizia quasi ventennale con il presidente Maurizio Stirpe. I giallazzurri fino alla gara con la Salernitana in casa del 18 dicembre patiscono due sobbalzi in fila: a Monza (2-0 per i brianzoli) e in casa con il Cosenza (0-2). Poi i successi di Brescia (2-1) in rimonta con il Chievo in casa (da 0-2 a 3-2), il pareggio di Lecce (2-2 nel finale), la vittoria di Reggio Emilia (1-2) e appunto lo 0-0 con i granata di Castori. Poi entra in scena il Covid e il Frosinone inizia a perdere colpi. La gara spartiacque è quella di Cittadella: i granata sono decimati dal virus, i reduci giocano e vincono sui giallazzurri che quel giorno probabilmente ‘assorbono’ anche loro i primi sintomi del Covid. Che permette di giocare il jolly per gara con il Pisa (recuperata il 2 febbraio, 0-0) ma costringe in campo con il Pordenone quando Nesta conta appena 11 giocatori e cambia addirittura modulo (4-3-1-2): quella sera i giallazzurri sono semplicemente stoici e fanno 1-1. La gara dopo, in casa con la Spal, stessa condizione e stesso modulo, gli emiliani vincono 2-1 solo a 4’ dalla fine. Ma dal mese di dicembre i giallazzurri perdono, strada facendo, brillantezza e consapevolezza nei propri mezzi. Il Covid esce di scena ma ha intaccato probabilmente la condizione generale di diversi giocatori. Al mercato di gennaio arrivano Iemmello, L. Vitale, Millico, Brignola e il portiere Vettorel. Partono Dionisi, Ardemagni e Beghetto. Ma il Frosinone non ritrova la via della vittoria in casa e fuori centra i 3 punti solo a Chiavari (2-3) e Cosenza (1-2). Dopo la sconfitta casalinga con il Lecce (0-3) la Società si prende una pausa di riflessione, arriva l’avvicendamento di Nesta con Grosso. Da un campione del mondo di Berlino a quello che a Berlino mise il sigillo sulla Coppa del Mondo 2006. L’avvio con la Reggiana porta uno 0-0 stretto ai giallazzurri che poi perdono di misura a Salerno dove giocano un ottimo primo tempo. Un altro pari in casa fa scivolare in classifica, è l’1-1 col Cittadella, Brighenti con un colpo di testa evita gli spettri. Che si ripresentano la settimana dopo a Lignano Sabbiadoro, in casa del Pordenone che con il 2-0 finale sembra lanciatissimo verso una salvezza comoda. E invece i giallazzurri nel momento di estrema difficoltà si saldano, Grosso trova una sintesi migliore e dopo 5 mesi arriva la vittoria in casa (3-1 al Pisa) bissata a Ferrara (0-1), quindi il pareggio (0-0) col Vicenza e il roboante 4-0 di Reggio Calabria. E che sia un buon viatico per la stagione che verrà.

Stagione 2019/2020

La serie A accarezzata fino all’ultimo secondo del 99’ di La Spezia. E poi sfumata per un’inezia: un pallone che il ‘bianco’ Vignali devia quel tanto che basta per mettere fuori causa due giallazzurri in agguato a meno di un metro dalla porta vuota. E’ là che la stagione della squadra di Alessandro Nesta si ferma. Tra mille rimpianti che nel calcio non portano mai punti. Un Frosinone indomito nei playoff: nella post-season Ciano & soci entusiasmano e vincono tre partite su tre lontano dal terreno di casa ma lasciano la serie A proprio nel proprio fortino, laddove per anni – tra le stagioni al Comunale e quelle al ‘Benito Stirpe’ – aveva costruito le proprie fortune.
Ma quella che raccontiamo è anche la stagione più lunga e complicata che la storia del calcio mondiale ricordi. Il Frosinone la inizia da reduce di una retrocessione dalla serie A. Alla guida della formazione il presidente Maurizio Stirpe e il direttore dell’Area Tecnica, Ernesto Salvini, individuano un campione del calibro di Alessandro Nesta. Squadra rimodellata attorno ad un nucleo importante, quello che ha scritto le pagine più belle del Frosinone negli ultimi anni, al quale si aggiungono giocatori di sicuro impatto tecnico sul campionato. L’avvio però è altalenante. Il Frosinone stenta a trovare una dimensione, anche tattica. Nesta abbandona il 4-3-1-2 nella gara della svolta, a Salerno, dove i giallazzurri si presentano con la difesa a tre e in 10 ottengono il pari in pieno recupero. Parte una serie di risultati positivi nelle successive 9 giornate: sei vittorie, due pareggi e la sconfitta di La Spezia che poi avrà il suo peso specifico in negativo nella classifica finale della stagione regolare nel confronto con i liguri. A dicembre due passi falsi: a Benevento (1-0) e in casa col Crotone al 91’ (1-2), anche questo un risultato che orienterà la classifica dei giallazzurri nel confronto diretto con i ‘pitagorici’. I giallazzurri chiudono il girone di andata con lo 0-0 di Pisa. L’avvio del girone di ritorno non fa cambiare passo col Pordenone (2-2 in casa) e così terzo scontro diretto che resta nelle mani degli avversari dopo quelli con lo Spezia e il Crotone. Poi ben sei vittorie di fila, di cui 5 per 1-0 e 1 per 2-0. La porta di Bardi imbattuta, il Frosinone che risale fino al secondo posto alle spalle di un Benevento già imprendibile. Ma all’improvviso un mezzo passo falso a Livorno (2-2) con Rohden che in pieno recupero si fa parare il tiro del 3-2 da Plizzari e, con le avvisaglie della pandemia nell’aria, il ko casalingo con la Cremonese (0-2) a porte chiuse. Ci mette due zampini il direttore di gara, il romano Fourneau, che annulla un gol regolarissimo e non concede un rigore solare ai giallazzurri ma qualcosa inizia a scricchiolare. Il Frosinone scivola a -2 dal Crotone, nel frattempo salito al secondo posto.
Il calcio si ferma per il Covid-19. Il Frosinone quando riparte la stagione fa più o meno la stessa cosa. Va a due cilindri, anche meno. Da papabile candidata alla promozione diretta scivola lentamente per effetto dei 7 punti in 10 partite. Scende all’ottavo posto dopo aver galleggiato a lungo al quinto più per demerito delle altre che per merito proprio, agguanta i playoff per effetto del combinato disposto del gol fallito dal pisano Masucci al 90’ dell’ultima di campionato (1-1 in casa) e della vittoria dello Spezia (a volte ritornano…) a Salerno. I playoff iniziano alla garibaldina: dal 2-0 al 2-3 di Cittadella al 122’, vittoria che fa superare il turno preliminare; quindi lo 0-1 in casa col Pordenone e lo 0-2 a favore sul neutro di Trieste. Di fronte c’è lo Spezia, appunto della serie ‘a volte ritornano’. Al ‘Benito Stirpe’ 25’ di sofferenza, vantaggio dei liguri che portano dalla loro parte il doppio vantaggio (vittoria e due risultati su tre a disposizione) al termine di una gara che i canarini hanno più volte la possibilità di pareggiare ma la falliscono sempre (l’attacco nella stagione sarà il tallone d’Achille). Il ritorno al ‘Picco’ è un soliloquio della squadra di Nesta che, pur attanagliata da quella emergenza che ha rappresentato il ‘leit motiv’ della seconda e terza parte della stagione (gli infortuni di Szyminski, Rohden, Maiello, Ardemagni, Tabanelli, Gori, D’Elia, Ciano, Capuano tanto per citarne qualcuno sparso) domina la scena, passa in vantaggio, cinge d’assedio i liguri che vedono gli spettri fino al 99’ (totale) di una partita giocata alla garibaldina. Vince 1-0 ma non basta. Perché lo 0-1 dell’andata è l’ultimo macigno a tenere in serie B anche la prossima stagione.

Stagione 2018/2019

Il Frosinone si presenta ai nastri di partenza del secondo campionato di serie A della sua storia sull’onda lunga del successo nei playoff sul Palermo. Ma anche con l’incertezza derivante dai continui ricorsi che hanno sicuramente prodotto dei condizionamenti sull’intera stagione. Squadra rimodellata in gran parte. La dirigenza punta sull’esperienza acquisita di alcuni giocatori che avevano già solcato i campi della massima serie, con loro arrivano promesse interessanti. In panchina conferma per il tecnico Moreno Longo. Ma l’avvio giallazzurro non è affatto dei migliori. Soprattutto in termini di risultati: 1 punto – quello sul neutro di Torino con il Bologna alla 2.a giornata – in 8 partite. E il primo gol in A solo alla 7.a. Sotto il profilo del gioco il Frosinone non sfigura affatto all’Olimpico con la Lazio, addirittura in casa con la Juve quando il bunker salta a 9’ dal 90’ grazie alla zampata di Ronaldo tenuto in gioco in maniera impercettibile da Salamon. A Torino, sponda granata, grande reazione dallo 0-2 al 2-2 ma anche una sconfitta che pesa sul morale. Col Genoa in casa la sfortuna nega il pari dopo lo 0-2 di partenza. Ma lo 0-4 all’esordio con l’Atalanta e lo 0-5 ancora in casa con la Samp sono macigni. A cavallo tra la 9.a e la 12.a la squadra di Longo sembra aver trovato la classica ‘quadra’: 3-3 con l’Empoli in casa (ma 2 punti sprecati), la prima vittoria stagione ottenuta sul campo della Spal (3-0, primo gol in A di Pinamonti), il pareggio strettissimo di Parma, il pari in casa con la Fiorentina conquistato allo scadere. Da quel momento i canarini continuano ad andare sull’altalena. Pesanti rovesci a Milano sponda Inter e a Napoli, il pari col Cagliari lastrica il campo di altri 2 punti, quindi lo 0-2 interno col Sassuolo che porta all’avvicendamento in panchina: al posto di Longo arriva Baroni. Avvio positivo: pari ad Udine e pari strettissimo in casa col Milan. Ma arriva la sconfitta all’ultima di andata a Verona col Chievo che fa vacillare quelle certezze che si erano appalesate. Il girone di ritorno parte col botto: 7 punti in 7 partite. Un avvio interessante: il 4-0 di Bologna, la vittoria di Genova con la Samp (zampata di Ciofani), il pari di Genoa sponda grifone (stretto, ottenuto in 10). La sconfitta con la Lazio e con la Roma sono immeritatissime. Ma quei 7 punti sono anche pochi se si considera che i giallazzurri avevano chiuso a 10 punti, penultimo posto. La quota salvezza alla 19.a era 7 punti più sopra. Fino al 3 aprile il Frosinone alterna momenti positivi ad altri negativi: manca lo scatto, manca la capacità di mettere a frutto quanto si è fatto di buono magari nel turno precedente. Particolare che sembra cambiare corso quando Ciofani & soci battono il Parma (3-2 al 114’ di una partita infinita, condizionata dal rigore concesso alla squadra giallazzurra e vivisezionato al Var) e poi vanno a vincere a Firenze. Ma arrivano 3 ko di fila, complice anche un calendario che mette di fronte Inter e Napoli in casa e Cagliari fuori. Manca la matematica a sancire la retrocessione. Il Frosinone deve vincere a Sassuolo. E lo fa (2-0) per oltre un’ora ma il 2-2 dei neroverdi sancisce la retrocessione. Sassuolo ancora fatale, dunque. Nelle ultime tre partite il Frosinone ottiene 1 punto, con Chievo all’ultima giornata. E chiude a 25 punti il suo secondo campionato di serie A.

Stagione 2017/2018

Il Frosinone al termine della stagione 2016-’17 si muove sul terreno che altri club non avrebbero nemmeno immaginato di percorrere: rilancia dopo aver metabolizzato la delusione. Il presidente Maurizio Stirpe sceglie Moreno Longo, allenatore emergente, fresco di salvezza con la Pro Vercelli e ‘vate’ della Primavera del Torino. Attorno allo zoccolo duro composto dai vari D. Ciofani, M. Ciofani, Crivello, Frara, Soddimo, Dionisi, Paganini, Sammarco, Gori, Zappino, Russo ci sono le conferme di Bardi, Ariaudo, Maiello, Terranova, Brighenti, Krajnc, dei giovani Besea e Volpe mentre sul mercato si piazzano colpi importanti come Ciano, Beghetto, Vigorito, Citro, il giovane Matarese dal Genoa. Il massimo dirigente giallazzurro indica la strada: “A Longo ho dato come obiettivo principale quello di stare lontano dalle zone calde, restare in una posizione consona ai valori tecnici della squadra. Con lui un progetto che va oltre la stagione che inizierà”. E Stirpe lo ricorderà ai meno attenti quando il 26 aprile 2018, in un momento difficile per la classifica, fece intendere a parole chiare che la panchina del tecnico piemontese era saldissima e lo sarebbe stata ancora per due stagioni. I giallazzurri, che nel frattempo attendono l’ultimazione dello Stadio ‘Benito Stirpe’, viaggiano e veleggiano. Vittoria a Vercelli, bis con il Cittadella sul neutro di Avellino. A Pescara finisce 3-3 dopo il 3-0 iniziale e il pari va anche stretto. Ma arriva anche il primo infortunio serio della stagione: rottura dei legamenti del ginocchio per Paganini. Arriva la vittoria con il Bari in casa (3-2) sempre ad Avellino, il successo di Ascoli e lo stop di Perugia. Intanto il 29 settembre viene inaugurato sotto gli occhi dell’Italia il ‘Benito Stirpe, il 2 ottobre 0-0 all’esordio ufficiale con la Cremonese. Il Frosinone paga qualcosa e batte il passo a Novara, quindi due pareggi di fila, col Palermo in casa e a Salerno. Il Frosinone arriva a collezionare 16 risultati utili di fila, mettendo insieme 29 punti. Tante partite dominate ma anche qualche pari di troppo. Come quello di Empoli quando i canarini al 90’ sono sul 3-1 e si fanno agguantare sul 3-3. La sfortuna non abbandona la squadra di Longo: si fa male Sammarco, anche lui ai legamenti del ginocchio. Il Frosinone fa quadrato, a Foggia perde anche Gori ma vince 2-1 in rimonta e chiude al 2° posto. A gennaio gli innesti di due centrocampisti, Chibsah dal Benevento e Kone dal Cesena. Il girone di ritorno parte a spron battuto ma il ko intermo col Perugia gela gli entusiasmi. La reazione arriva da Cremona, il pari in rimonta è d’oro. Ma il campionato a livello generale ha cambiato chimica. In sei partite arrivano 8 punti e le sconfitte di Parma e Palermo. Soprattutto la prima peserà sulla classifica al termine della stagione regolare. Arriva anche il ko di Daniel Ciofani, la sentenza è inappellabile: campionato finito. Non si piange, si stringono i denti. Qualche passo falso, qualche frenata, la paura di non farcela quindi la serata con il Foggia: prima tremenda, poi all’improvviso bella e quindi maledetta. Quel 2-2 farà pesare come un macigno il 2-0 del Parma al ‘Tardini’: per il Frosinone gli spettri di un anno prima, il terzo posto per un gol di differenza negli scontri diretti. C’è poco da maledire e niente da piangere. Bisogna tirare fuori tutto. Anche con bende e cerotti al seguito. I playoff iniziano tardi per il ‘Bari-affaire’, i canarini con un doppio 1-1 liquidano il Cittadella (al ‘Tombolato’ si fa di nuovo male Paganini dopo il gol del provvisorio vantaggio) e trovano il Palermo. Al ‘Barbera’ finisce 2-1 per i rosanero che ribaltano il risultato dopo l’opera d’arte di Ciano in avvio. Paganini si male dopo essere stato recuperato per l’occasione. Il ritorno al ‘Benito Stirpe’ è storia così bella, sofferta e a tinte così sgargianti da non poterla non ricordare a vita. Diciamo solo l’epilogo: il Frosinone torna nell’Olimpo del calcio.

Stagione 2016/2017

La Società giallazzurra chiama alla guida tecnica Pasquale Marino. Si affida quindi ad un tecnico esperto. E sul mercato estivo si muove con forza: tra le operazioni c’è la conferma di Bardi tra i pali (rinnovato il prestito dall’Inter), arrivano il centrale di difesa Ariaudo dal Sassuolo, l’attaccante Cocco dal Pescara, il terzino sinistro Mazzotta, il centrale di difesa Brighenti dal Vicenza. E poi il presidente Maurizio Stirpe resiste alle sirene per i big storici, vale a dire la coppia del gol Ciofani&Dionisi e i gioielli di casa Gori&Paganini. La partenza è figlia di qualche scoria mentale della passata stagione ma dopo il ko casalingo con il Perugia (1-2), dalla trasferta di Cittadella i giallazzurri allungano il passo con decisione. Anche il Bari dell’ex Stellone finisce stritolato nella morsa di una squadra brillante e affamata di punti. Dopo il pari di Vicenza arrivano 5 vittorie di fila e poi 2 pareggi, in casa con la bestia nera Ternana e con lo Spezia in trasferta. Un campanello d’allarme perché al Comunale nella gara successiva succede di tutto: si fanno male Paganini (rottura dei legamenti del ginocchio) e Cocco e la Salernitana vince 3-1. Piccolo incidente di percorso perché la squadra di Marino riparte decisa: travolge il Trapani in Sicilia, batte il Benevento all’ultimo tuffo (3-2, gol di Dionisi su assist di Soddimo) ma il 30 dicembre perde 2-0 a Vercelli. Al giro di boa i punti sono 38, secondo posto alle spalle del Verona con 41. Al mercato di gennaio la società colleziona colpi eccellenti per la categoria, anche per sostenere il cambio di modulo richiesto da Marino che opta per il 3-5-2: preso il cursore Fiamozzi dal Genoa per supplire all’assenza per infortunio di Paganini, la punta Mokulu dall’Avellino, i difensori centrali Krajnc e Terranova (un gradito ritorno), il metronomo Maiello e tre giovani di belle speranze, il portiere Cojocaru, il terzino Mamic e il centrocampista Besea. Nel girone di ritorno i giallazzurri salgono in vetta alla classifica. Quattro vittorie, una sconfitta (alla ripartenza, in quel di Chiavari, maturata nel rocambolesco finale con i canarini in 10 dal primo tempo) e un pari nelle prime sei aprono un orizzonte ancora più importante. Poi due pareggi che per dinamica sono speculari (a Perugia e in casa col Cittadella sotto il diluvio, con gli avversari al pari sempre nel finale) quindi il passo falso di Bari non permettono l’allungo repentino. Ma il 26 marzo il Frosinone impartisce lezione di calcio al ‘Mazza’, in casa della Spal e vola col vento in poppa dopo aver, la settimana precedente, battuto il Vicenza 3-1. Tre pari consecutivi (a Cesena, in casa con l’Avellino e ad Ascoli) rimettono tutto in discussione anche perché c’è lo scivolone in agguato con il Novara in casa (2-3) e poi a Terni (2-0). La squadra di Marino ha perso un po’ di smalto ma ha il coltello dalla parte del manico, ancora. Perché vince 3 partite consecutive, compresa la trasferta di Salerno. A Benevento servirebbe la vittoria per chiudere il discorso ma in corsa, sull’1-1 firmato da Ciofani dopo il vantaggio sannita di Puscas, potrebbe bastare anche il pari. Ma Ceravolo all’ultimo sospiro fa 2-1 e la chimica della classifica si fa preoccupante perché non solo per la promozione diretta ma anche per il +10 servono combinazioni particolari. Che la settimana successiva non si verificano: il Frosinone batte 2-1 la Pro Vercelli e chiude a 74 punti, il Verona pareggia a Cesena (ed è secondo alle spalle della Spal grazie ad un gol di differenza sui giallazzurri), il Perugia annulla la chance del +10 per la squadra di Marino superando in rimonta la Salernitana (3-2). Dionisi & soci ai playoff incontrano il Carpi: lo 0-0 al ‘Cabassi’ fa ben sperare, al Comunale il 29 maggio gli emiliani in 9 uomini vincono a 5’ dalla fine con una punizione di Letizia che beffa Bardi alla sua sinistra. Il sogno di andare avanti e giocare la finale per il ritorno in A svanisce. Marino si dimette in diretta Sky. In A va il Benevento che regola il Carpi, seconda matricola su tre a conquistare la promozione al termine di una stagione rocambolesca per i colori giallazzurri.

Stagione 2015/2016

A come affascinante. Il Frosinone alla corte dei ‘grandi’ del calcio italiano significa che anche le favole si realizzano. Il club giallazzurro, prima del fischio d’inizio della gara d’esordio con il Torino, colleziona un altro miracolo: mettere a ‘norma’ il Comunale grazie alla famosa legge ‘salva-Treviso’, un’impresa massacrante che la dirigenza – il presidente Maurizio Stirpe, il vice presidente Vittorio Ficchi, il dg Ernesto Salvini e tutte le componenti che ruotano attorno al club – ha portato avanti con un lavoro si ‘tessitura’ e ‘cucitura’ certosino. Panchina senza indugi a Roberto Stellone, il ‘vate’, l’allenatore dei trionfi. Al terminal arrivi diverse novità: il portiere Leali scuola-Juve, il mediano Chibsah dal Sassuolo, l’ex laziale Diakité, lo svizzero Pavlovic, il bulgaro Tonev, la promessa giallorossa Verde, l’ex romanista Rosi, il cileno Castillo. E poi la conferma del nucleo storico. Il Frosinone ci mette un po’ a carburare. A calarsi nella realtà della serie A, dove aumentano vertiginosamente i giri del motore in ogni frangente della partita. Stellone sceglie la politica del turn-over. A volte anche oltre il limite. Il primo gol nella massima serie lo realizza Danilo Soddimo, nella gara di avvio con il Torino. Poi i granata vinceranno 2-1 in rimonta. Per muovere la classifica si deve attendere la partita più difficile: allo Juventus Stadium la sera del 23 settembre un colpo di testa di Blanchard regala il pareggio a tempo scaduto. E a stretto giro arriva la vittoria (2-0) casalinga sull’Empoli. Fino alla giornata numero 14 (3-2 in casa al Verona) il Frosinone è in discreto ‘spolvero’ per il suo status di matricola assoluta. La gara interna con il Chievo (0-2 maturato nel finale) fa suonare il campanello d’allarme e curiosamente la gara di ritorno al ‘Bentegodi’ contro i clivensi di Maran dà il colpo di grazia definitivo (5-1) sulle speranze di restare agganciati al treno-salvezza. In mezzo ci sono belle prestazioni che non vanno dimenticate: lo 0-0 casalingo con la Lazio, lo 0-0 interno con la Fiorentina ma anche lo sfortunato 0-1 al Comunale contro un Inter salvata solo dai legni e da Handanovic prima del gol di Icardi, il 3-3 con il Milan a San Siro dopo essere stati avanti 3-1. E parentesi negative che solo una maggiore esperienza in campo avrebbe potuto gestire diversamente (come la sconfitta 2-1 di Modena contro il Carpi, altro punto di snodo della stagione e il ko casalingo con il Palermo che dal Comunale di Frosinone trova linfa per non retrocedere). La penultima partita della stagione, al Comunale con il Sassuolo (0-1), è da brividi: la Curva Nord e tutto lo stadio applaudono i giocatori nonostante la retrocessione. E il fenomeno-Frosinone sempre più ‘english-style’ fa il giro del mondo. La passerella di Napoli (4-0 per gli azzurri, canarini in 10 per l’espulsione di Gori al 10’) serve più a riscrivere la storia degli azzurri (che si qualificano in Champions) e dell’attaccante argentino (tripletta per lui, battuto con 36 reti e dopo 66 anni il record di Gunnar Nordahl) che di lì a qualche giorno sarebbe passato ai ‘nemici’ della Juventus. Il giocatore più presente dei giallazzurri nella stagione di A è Daniel Ciofani (37 gare) che insieme a Federico Dionisi si conferma bomber anche per la massima serie con 9 reti. A fine campionato si separano con una stretta di mano il Frosinone e Roberto Stellone.

Stagione 2014/2015

Anche qui è il caso di partire dalla fine: storicamente esaltante. Perché il Frosinone che cammin facendo aveva fatto la bocca alla disputa dei playoff, ad un certo punto della stagione ingrana la sesta – quella dei bolidi da Formula Uno – e vola in serie A direttamente. Facendo impazzire una città e quella parte della provincia che ha sempre palpitato per i colori giallazzurri. Le avvisaglie di una buona stagione c’erano state già nella sessione estiva del calciomercato: ingaggiato Federico Dionisi dal Livorno, un’altra garanzia in fatto di gol da accoppiare tecnicamente a Daniel Ciofani. E poi il ritorno di Masucci (che a gennaio sarebbe però andato via), gli arrivi di Zanon, di Pigliacelli, Musacci, Schiavi. A gennaio poi il Frosinone manda a giocare gli ‘scontenti’ e infila due pedine come Sammarco e Cosic (oltre alla punta Lupoli al posto di Curiale, per lui solo un gol) che risulteranno decisive nei frangenti topici della stagione. Che non è tutta rose e fiori. Nella prima parte del campionato ci sono tre partite che fanno da punto di snodo: il 4-1 del 1 novembre in casa del Latina, con i tifosi rimasti in città per effetto delle limitazioni nella vendita dei biglietti nel settore ospiti che accolgono i canarini al Comunale e li portano in trionfo; il 4-1 al Trapani in casa e il 5-1 al Livorno dopo il 3-0 rimediato la settimana prima a Pescara. La squadra di Stellone però qualcosa la lascia per strada, in maniera random. Perde in casa con la Ternana (0-1 con un tiro in porta degli umbri in 90’), perde a Crotone (2-0) la vigilia di Natale, perde ad Avellino (3-0), perde a Brescia (3-1), perde a Bari (4-0). Stellone è sempre bravo a rimettere la squadra in carreggiata. Ma ancora più brava e comprensiva è la dirigenza che lo sostiene sempre e comunque. Ci sono dei momenti che mandano su tutte le furie un po’ tutti: tifosi, dirigenti, giocatori, staff, magazzinieri e pure le mura del Comunale che tremano. Come quando l’arbitro Aureliano di Bologna mette lo zampino nella gara interna con l’Entella (3-3 con rigore ai liguri inventato al 92’). Il Frosinone subisce il torto, incassa e riparte. Anche se la sconfitta (3-1) di Trapani è una scudisciata ma in rapida successione ci sono le vittorie con Pescara e Latina, il pari di Livorno, la vittoria sul Carpi, a Terni, in casa sul Bologna: un crescendo rossiniano incredibile. Il pareggio di Cittadella lascia il Frosinone al secondo posto, a +4 su Bologna e Vicenza e con 2 turni da giocare. Di cui l’ultimo in casa del Vicenza che guardava ai playoff. Il Frosinone deve vincere senza appello e lo farà, battendo il Crotone 3-1. Il 16 maggio 2015 è una data storica: è la serie A sognata per decenni incollati alle radioline di Tutto il Calcio Minuto per Minuto o davanti alle pay-tv. E la serie A che il presidente onorario del Frosinone, il cavalier Benito Stirpe, scomparso il 19 dicembre del 2008, voleva a tutti i costi. E che la sua famiglia, il figlio Maurizio, gli hanno voluto dedicato con impegno e sacrificio. L’ultima partita a Vicenza è passerella.

Stagione 2013/2014

Partiamo dalla fine: un campionato giocato tutto d’un fiato dall’inizio alla fine, vale a dire all’ultimo secondo dei tempi supplementari dei playoff. Perché vincere così è più bello. E sì, il Frosinone al termine di questa stagione torna tra i Cadetti. E lo fa con Roberto Stellone in panchina, secondo anno di fila per lui alla guida di una squadra professionistica. Nel ruolo di direttore sportivo c’è l’arrivo di Marco Giannitti. Tra gli acquisti di una campagna sontuosa ci sono Daniel Ciofani e il fratello Matteo, la consacrazione di Luca Paganini e di Mirko Gori, gli ingaggi del fantasista Danilo Soddimo, del terzino Roberto Crivello e del difensore centrale Adriano Russo. E la conferma di un nucleo importante. Un campionato esaltante ma non privo di momenti critici. Quando ad esempio i canarini perdono a Barletta (2-1, gol al 90’ dell’ex La Mantia dopo il vantaggio di Blanchard e il pari di Ilari) e a Pontedera (2-1, anche qui dopo essere stati in vantaggio). E momenti belli e terribili quando il Frosinone vince 3-2 al 97’ in quel di Gubbio dopo essere stato prima sul 2-0 e poi agguantato al 90’. Al termine di quella partita ci fu anche un’aggressione ai dirigenti del Frosinone in tribuna. La squadra va a mille. Ma c’è l’imponderabile perché la partita successiva soffre e agguanta il 2-2 con la Salernitana solo nel finale. Vale la pena di ricordare che quel torneo ad un certo punto diventa monco di una squadra, la Nocerina, esclusa dopo i fattacci di Salerno. E per effetto dei turni di riposo e delle vittorie assegnate a tavolino il Frosinone si ritrova primo ma di fatto il Perugia è pronto all’allungo e al sorpasso, complice anche il ritorno di fiamma del Lecce che, partito ad handicap, si stava facendo di nuovo sotto per la lotta al vertice. Proprio a Lecce i canarini perdono 2-0 e tornano a toccare il momento psico-fisico peggiore perché dopo quella partita mancano due turni al termine della stagione regolare, con la sfida del 4 maggio 2014 da disputare a Perugia e con il Lecce che deve scontare il turno di riposo. La classifica non dà appelli: Perugia 63, Frosinone 62, Lecce 61. Il Frosinone per andare in B deve vincere, al Perugia basta un pari per andare in B ma vince addirittura con una rete di Moscati dai 23 metri, palla che si insacca alla destra di Zappino. A nulla valgano gli sforzi atti a ribaltare il risultato. La testa va ai playoff. Dove arriva un Frosinone devastante: batte la Salernitana 2-0 al Comunale, supera il doppio confronto con il Pisa (0-0 fuori e 2-1 in casa) e alla fine c’è di nuovo il Lecce. Con il favore della gara di ritorno da giocare al Comunale. Allo Stadio di Via del Mare termina 1-1, ci pensa Gori a rimettere la cose in sesto dopo il vantaggio di Papini. Il 7 giugno il Comunale è uno spettacolo. Il giallorosso Beretta fa gol sotto la Curva Sud ma allo scadere Paganini riporta il Frosinone sull’1-1. nel secondo tempo la squadra di Stellone preme, fallisce qualche occasione clamorosa (Curiale a porta vuota su palla al bacio di Soddimo) e si va ai supplementari. A 4’ dai rigori Frara fa saltare la ‘santabarbara’ del tifo giallazzurro, al Lecce invece saltano i nervi e Viola in contropiede fa 3-1. Il Frosinone torna in serie B. E Stellone porta in B il Frosinone con il 4-4-2.

Stagione 2012/2013

Corini ha ancora un anno con il Frosinone. Ma c’è un giovane allenatore che aveva portato lo scudetto, Roberto Stellone. Con la ‘Berretti’ nelle finali di Monza si era imposto all’attenzione della critica. Salvini gioca d’anticipo – con Corini si va intanto alla risoluzione – e propone il lancio in prima squadra, il presidente Maurizio Stirpe si fida del fiuto del suo dirigente. Nella rosa ad inizio stagione c’è, appunto, una forte iniezione di gioventù: Stellone porta tanti ragazzi del ’93 campioni d’Italia. E arrivano Bertoncini (Genoa Primavera), un certo Blanchard (FeralpiSalò) che Stellone schiererà da terzino sinistro, c’è il ritorno di Gucher, l’arrivo di un brasiliano, Rogerinho. A metà stagione l’ingaggio della punta Curiale. L’esordio di Stellone su una panchina professionistica va diviso esattamente in due tronconi: interessante nella prima parte della stagione fino alla sosta, con troppe pause nella seconda parte. Ed è ancora il derby con il Latina, a segnare la stagione dei giallazzurri: all’andata lo 0-0 del ‘Francioni’ permette di restare in vetta a braccetto proprio con i neroazzurri; al ritorno vincendo 2-1 i canarini credono di avere il mondo tra le mani. Ma non sarà così. Nel girone di andata la spinta propulsiva si affievolisce dopo il 3-0 di Catanzaro con almeno 10 occasioni da gol fallite e 5 pareggi nelle ultime 5 giornate fino alla sosta. Il girone di ritorno fa attestare la squadra a metà classifica. La serie B la conquistano l’Avellino e il Latina ai playoff sul Pisa allenato dall’ex Dino Pagliari.

Stagione 2011/2012

E’ il ritorno nella vecchia C1 che il Frosinone ritrova con il nome di Prima Divisione. Inseriti nel girone B i canarini sono guidati da Walter Sabatini, il direttore sportivo è Mauro Meluso che era con lui al Padova e nel ruolo Responsabile Operativo viene promosso Ernesto Salvini, che mantiene il ruolo di massimo dirigente del Settore Giovanile. Salvini sul finire di questa stagione verrà nuovamente promosso, questa volta a Direttore Generale. Che stava diventando il fiore all’occhiello della società giallazzurra e dove per la Berretti la novità è rappresentata dalla squadra affidata a Roberto Stellone. Il presidente Maurizio Stirpe intanto vuole subito il ritorno in B. E assembla nelle due sessioni di mercato una formazione di alto livello per la categoria: Carrus, Miramontes, a dicembre un giovane macedone dal Parma, Ristovsky, il centrale di difesa Federici, il centrocampista Nicco (ex Mantova, in arrivo dal Pescara), il ritorno del figliol prodigo Massimo Zappino. E ancora Frara, le conferme di Biasi e Cesaretti (anche lui da gennaio). In attacco con Santoruvo anche Bonvissuto, Artistico II, Ganci, il giovane La Mantia che la stagione precedente si era fatto largo con la Primavera. In prima squadra si affaccia per la prima volta un ragazzino di belle speranze, Luca Paganini. Sabatini parte con due ko in tre partite poi infila una serie di risultati positivi che si fermano di botto in casa con la Cremonese (0-1). Ma le avvisaglie c’erano state ad Andria (dal 2-0 per i canarini al 2-2) e nel derby (1-1). A Trapani un gol di Artistico a tempo scaduto permette di riportare 1 punto dalla Sicilia ma 1 punto in 4 partite costringe Sabatini alle dimissioni. Al suo posto c’è Corini, il ‘Genio’. Con lui la scintilla non scocca. Il Frosinone dà l’impressione di poter agguantare i playoff ma il derby perso a Latina 2-0 è fatale e il finale – anche complice la sconfitta di Bassano – è in tono minore. Salgono in serie B Spezia e Virtus Lanciano. Nel frattempo le squadre ‘Berretti’ e Allievi Nazionali giallazzurre allenate rispettivamente da Roberto Stellone e Luigi Marsella vincono il tricolore, questi ultimi bissano il successo incassando la Supercoppa. Un trionfo per il Settore Giovanile di un Club di provincia. Piccoli campioni crescono. E non solo…

Stagione 2010/2011

Sulla panchina del Frosinone c’è la conferma di Guido Carboni. In estate, in pieno ritiro, il presidente Stirpe colleziona un colpo: il ritorno di Ciccio Lodi. Il tecnico toscano però lo impiega sin dall’inizio in una posizione che il fantasista napoletano gradisce poco. Acquistato il difensore Emanuele Terranova dal Lecce, la stellina Sansone dalla Virtus Lanciano, il mediano Bottone con esperienze importanti con Torino e Vicenza, la punta Samuel Di Carmine dalla Fiorentina. E nel frattempo il dg Graziani lascia più ‘campo’ al ds Ortoli. I risultati sono altalenanti. Anche se il Frosinone va a vincere 2-1 in casa del Torino ma non dà seguito a quel successo perché perde punti in casa e fuori. La sconfitta prima di Natale (5-3 a Sassuolo) e quella subito dopo la Befana (0-2 con il Livorno, con gol di Dionisi e Tavano) fanno maturare la decisione di avvicendare la panchina: arriva Sasà Campilongo, già gloria del Frosinone che con lui aveva ottenuto salvezze in serie C2. La società non lascia nulla di intentato, dalla campagna acquisti arrivano ben 11 nuovi giocatori. Lodi chiede la cessione e la ottiene, va a Catania in serie A. Di Carmine che non aveva accettato la cessione va nelle fila della Primavera per il tetto imposto alla lista. Ma il feeling tra Campilongo e la piazza non scoccherà mai: nelle sue prime 10 partite vince appena 2 volte. Dopo il ko di Modena si prospetta il cambio ma non si concretizza perché Carboni. Il Frosinone la settimana successiva batte ancora il Torino (1-0, gol di Biasi che all’esordio in maglia giallazzurra si farà anche male). Ci sarebbe tutto il tempo per risalire. A Trieste il Frosinone a 8’ dalla fine conduce 2-0, alla fine errori in serie e disattenzioni fatali della squadra di Campilongo portano gli alabardati a pareggiare 2-2. Pari fatale sulla mente dei giallazzurri. Dopo il ko di Crotone (4-1), con una trasferta presa sottogamba, il Frosinone perde l’ultimo treno ad Ascoli (3-1 per i bianconeri). Si dimette il dg Graziani. I giallazzurri hanno un sussulto, 4-0 al Vicenza ma tre ko di fila sprofondano all’ultimo posto e il Frosinone retrocede dopo 5 stagioni di serie B. I tifosi applaudono il presidente Maurizio Stirpe. Il 21 maggio 2011, in Frosinone-Sassuolo 1-2, il portiere Vincenzo Sicignano gioca la sua ultima partita in B con la maglia del Frosinone, all’età (Almanacco del calcio) di 36 anni e 317 giorni. E’ il giocatore più anziano del club in serie B. Il 29 maggio invece in Livorno-Frosinone 1-2 debutta in B l’attaccante Leandro Campagna, all’età di 17 anni e 5 giorni. E’ il giocatore più giovane del club in serie B (Almanacco del Calcio). Intanto in serie A vanno Atalanta, Siena e Novara dopo i playoff.

Stagione 2009/2010

Ancora un cambio sulla panchina. Il Frosinone aveva ‘strizzato’ da tempo l’occhio su Checco Moriero che a giugno 2009 aveva portato in B il Crotone dopo lo spareggio di Benevento. L’ex ala di Lecce, Roma, Inter e della Nazionale approda alla guida dei giallazzurri. E con lui arrivano da Crotone il brasiliano Calil, gli attaccanti esterni Aurelio e Basso. Torna nel frattempo Troianiello che il Frosinone aveva ceduto in prestito in precedenza. In estate il club giallazzurro era stato sul punto di definire il colpo-Ricchiuti dal Rimini da dove sarebbe arrivato il mediano Basha. Preso anche Bolzoni, scuola-Inter. La stagione parte a spron battuto, tre partite e tre vittorie, addirittura spettacolo a casa-Moriero, vale a dire a Lecce (3-1 per i canarini). Qualcosa si inceppa, poi torna a funzionare di nuovo. Nel frattempo il destino a novembre porta in dote l’attaccante Roberto Stellone, svincolato dal Torino. Giocherà a singhiozzo per alcuni problemi fisici ma sarà determinante per la salvezza. Dalla 10.a giornata in poi il Frosinone sobbalza, scivola e si rialza. Anche con Moriero c’è un 1-5, quello con l’Ascoli. Ma c’è anche uno 0-4 col Lecce, la sconfitta casalinga col Piacenza. Fino al 4-1 in casa dell’Albinoleffe quando il dg Graziani e il presidente Stirpe decidono che è necessaria la svolta tecnica: al posto di Moriero c’è Carboni. L’esordio è negativo, 0-2 con il Cesena poi arrivano 3 vittorie di fila, tutte determinanti e il pari casalingo con la Triestina dell’ex Arrigoni (che andrà ai playout persi col Padova) sancisce la quarta salvezza in B. In quel finale al cardiopalmo brillarono due stelle su tutte: quella di Stellone – gran gol a Cittadella – e quella di Santoruvo, gol al 91’ al Grosseto e il provvisorio 2-0 firmato ad Ascoli. Promosse in serie A al termine di questa stagione Lecce, Cesena e Brescia (dopo i playoff).

Stagione 2008/2009

Il Frosinone lascia Cavasin e ingaggia Piero Braglia. Tecnico che il Frosinone aveva avuto da avversario sulla panchina della Sangiovannese in occasione della trionfale stagione della prima promozione in B. Braglia si presenta con un ‘credo’ molto particolare, per lui non ci sono posti assicurati e lo fa intendere a prescindere. A farne le spese sono dei giocatori come Amerini ma anche lo stesso Margiotta. Lodi nel frattempo era stato ceduto all’Empoli, Salvatore Bocchetti si avviava ad una grande carriera e veniva ceduto al Genoa. Arrivano volti nuovi: Guidi e Nocentini dalla Lucchese, i giovanissimi Elsneg e Gucher dal Gak in Austria, l’eclettico Di Roberto dal Foggia, il cursore Antonazzo dal Modena, l’attaccante Santoruvo dal Bari. Il 19 dicembre del 2008 scompare il presidente onorario del Frosinone, il cavalier Benito Stirpe. Una figura storica per l’imprenditoria ciociara e per il calcio giallazzurro. La gara interna con il Vicenza viene posticipata di 24 ore grazie alla sensibilità della Lega e dello stesso Vicenza. Tornando al calcio giocato, con Braglia si passa al 3-5-2. I giallazzurri producono gioco ma non sempre fa da contraltare il risultato positivo. In sostanza quella squadra procede tra prestazioni interessanti (il 2-2 spumeggiante in casa col Parma, il 3-1 al Rimini sempre al Comunale) ad altre da dimenticare (lo 0-1 interno con l’Empoli, 1-0 nel finale dell’ex Lodi all’amico Sicignano subissato dalle critiche ma anche le sconfitte di Modena e quella interna col Mantova). Il Frosinone scivola in basso ma riesce a trovare la sintesi: la svolta è l’1-0 casalingo con il Modena quando Braglia fa esordire il giovane Gucher a sorpresa. Da quel punto in poi i giallazzurri perdono solo ad Ascoli (2-1) e l’ultima a Grosseto (2-1) ma ormai la salvezza era in cassaforte. Promosse in A il Bari, il Parma e il Livorno dopo i playoff.

Stagione 2007/2008

E’ il campionato di Alberto Cavasin sulla panchina giallazzurra. Una squadra di grande livello per quella serie B. Quel Frosinone durante il campionato è capace di ottime ‘performances’ ma anche di subire un pesante rovescio. A metà campionato perde 5-1 in casa con il Pisa. Reduce già da due sconfitte di fila, a Lecce (3-0 per i salentini) e a Bergamo con l’Albinoleffe (2-0 per i seriani). La dirigenza tiene la barra a dritta, i giallazzurri ad Avellino la settimana successiva vincono 1-0 con una pennellata di Lodi al 90’. La stagione scivola in avanti con la speranza di agguantare i playoff che, considerato anche il valore di quel gruppo, sarebbero stato un giusto premio anche agli sforzi della società. Ma nel finale non c’è lo scatto e i giallazzurri chiudono a 56 punti, al 10° posto. In serie A salgono Chievo, Bologna e il Lecce dopo i playoff. Note positive non mancano: Lodi, destinato a salire in A, colleziona 20 gol, seguito dall’esordiente Evacuo che mette a segno 14 reti giocando 40 partite. Sale alla ribalta un giovanissimo Eder, si consacra Salvatore Bocchetti nel ruolo di centrale di difesa. Quanto a Francesco Lodi è il miglior realizzatore stagionale in serie B nella storia del Frosinone.

Stagione 2006/2007

L’anno della serie C1 è ricco di alti e bassi. Via Arrigoni, approdato in A a Cagliari, arriva Dino Pagliari, ex Chieti. Confermati alcuni dei protagonisti della promozione, nuovi rinforzi nei tre reparti: in difesa arrivano Morris Molinari e Nicola Pagani, entrambi con trascorsi in B, a centrocampo gli emergenti Guido Di Deo, Mauro Zaccagnini e Pietro De Giorgio, mentre in attacco Salvatore Mastronunzio affianca i confermati De Cesare e Aquino. Si incomincia in chiaroscuro, con la sconfitta casalinga con la Lucchese, ma il Frosinone trova il ritmo alternando vittorie casalinghe e prestazioni sottotono in trasferta. A dicembre i ragazzi di Pagliari espugnano la Cremonese, vincitrice del girone, ma vanno poi a perdere a Lumezzane. Urgono rinforzi e a gennaio il dg Graziani mette a segno importanti colpi; arrivano Morfù, Mocarelli, Di Nardo, D’Antoni, Ischia e Cariello, mentre Di Deo viene ceduto alla Ternana, in serie B. La squadra inizia a vincere e a convincere, sino ad arrivare nelle zone alte della classifica. Accanto al campionato, da segnalare la bella parentesi della Coppa Italia: i canarini riescono a raggiungere la finalissima, dopo aver battuto squadre come Benevento, Teramo, Rimini e Acireale. In finale incontrano lo Spezia, che risulterà la vincitrice del trofeo. A metà aprile il Frosinone si trova nelle zone alte della classifica e riesce a conquistare prima virtualmente i play-off battendo 2-1 l’inseguitrice Pistoiese a domicilio, matematicamente sette giorni dopo grazie al passo falso dei toscani a Como. Negli spareggi i canarini trovano la corazzata Mantova che spegne le speranze di promozione con un perentorio 4-2 al Comunale; nel ritorno non riesce il miracolo e sono i virgiliani a passare in finale e poi a conquistare la serie B. Il miracolo, però, è rimandato di soli 12 mesi. L’anno seguente il presidente Stirpe e il dg Graziani ingaggiano un tecnico specialista delle promozioni, Ivo Iaconi, che ha già traghettato tra i cadetti Pescara e Fermana. Insieme al tecnico abruzzese arrivano giocatori di assoluto valore quali Bellè, Ginestra, Perra, Fialdini, Anaclerio, Antonioli, che unite alle conferme di Zappino, Mastronunzio, D’Antoni, Pagani, Ischia e Morfù vanno a formare un gruppo di indiscusso livello. Nelle prime partite l’andamento dei canarini è altalenante, spietati in casa ma arrendevoli fuori. Accanto alle belle prestazioni casalinghe contro Grosseto, Manfredonia e Perugia, arrivano i bruschi stop di Gela, Lucchese e Martina. La musica cambia con la vittoria di Pistoia, alla quale, però, va in contrasto la sconfitta casalinga subìta dal Napoli in una gara in parte condizionata dalla direzione del signor Gervasoni di Mantova. Il Napoli, forse la più blasonata squadra scesa mai al Comunale, esce con un secco 3-1, con i canarini in 10 per tutta la gara. A gennaio arriva la svolta. La truppa giallazzurra comincia a vincere fuori casa e rosicchia punti al Napoli capolista. Belle le vittorie di Manfredonia, di Lanciano e il pari a Grosseto in 9 contro 11. Tecnico Ivo Iaconi Il Frosinone è in serie B. Il Tecnico Ivo Iaconi viene portato in trionfo. Le sconfitte rimediate a Castellammare di Stabia e a Chieti, danno il lasciapassare al Napoli. Il Frosinone è comunque secondo e amministra il vantaggio sino alla fine della stagione. Nei play-off il primo ostacolo si chiama Sangiovannese. Doppio 0-0, avanti il Frosinone in base alla migliore posizione di classifica. La finale è tra Frosinone e Grosseto. In Maremma nuovo 0-0, mentre in casa una rete della punta arrivata a gennaio Martini fa scoppiare l’entusiasmo di una città e di una provincia. Uno-a-zero al Grosseto ed è serie B. In città la festa si protrae sino all’alba del giorno dopo. Gioia grande in curva, che dopo tanti anni vissuti dietro una squadra che calcava polverosi campi di periferia, potrà seguire i propri colori in campi che solamente pochi anni addietro si potevano solo sognare. Tutto ciò grazie ad un presidente che è riuscito a trasformare i sogni in realtà, ad una squadra che ha attuato il meraviglioso progetto della presidenza, e a una tifoseria che ha saputo aspettare una gioia che supera ogni aspettativa.

2004

In Serie D, il Frosinone era quinto nel 2000 e secondo dietro al Martina nel 2001 nonostante l’ eccezionale bottino di 81 punti (26 partite vinte su 34 e miglior difesa di tutte le compagini dalla serie A alla D) conquistati dalla squadra del presidente Rosettano Navarra e dei tecnici Stefano e Luca Sanderra ma approdava lo stesso e con pieno merito in Serie C2. In Serie C2, i canarini si classificavano ottavi nel 2002 e noni l’anno successivo, dopo essere stati nelle zone alte della classifica sino a dicembre. In questi due anni sono stati ben cinque i tecnici che si sono succeduti sulla panchina canarina: dai Sanderra ad Arcoleo, da Bitetto a Silva fino a Giovanni Pagliari. Dall’ estate 2003, il presidente del Frosinone Calcio è Maurizio Stirpe,“figlio e nipote d’arte” poiché il padre Benito e lo zio Roberto (chiamati “i fratelli dell’entusiasmo”), hanno guidato la società ciociara a metà degli anni sessanta conquistando un’epica promozione in Serie C. Il presidente Stirpe ha nominato come direttore generale l’esperto Enrico Graziani e sulla panchina il tecnico ex-Brindisi Giorgini. Dopo un non entusiasmante avvio di campionato, Giorgini ha lasciato il posto a Daniele Arrigoni, tecnico di Palermo e Messina in serie B. A Frosinone la coppia Stirpe&Graziani ha portato dei giocatori di categoria, del calibro di Gianluca De Angelis, Dario Rossi, Roberto De Juliis, Massimiliano Memmo, Enrico Buonocore, Salvatore Marra, Ciro De Cesare, giusto per citarne alcuni che hanno disputato la serie cadetta. Con Arrigoni alla guida le vittorie si susseguono fino a raggiungere dal nono posto la vetta della classifica. Si infiamma un entusiasmante testa a testa tra Frosinone e Brindisi, le quali si alternano più volte dalla testa della classifica. A tre giornate dalla fine i canarini vincono in trasferta il derby con una rete di Giuseppe Aquino, ma la settimana successiva vengono scavalcati dal Brindisi. Il Presidente Maurizio Stirpe Il Presidente Maurizio Stirpe; con lui ill Frosinone è di nuovo in C1 Si decide tutto l’ultima giornata, il 9 maggio 2004 a Melfi, dove il Frosinone vince con una rete di De Cesare e scavalca il Brindisi, il quale non riesce a battere l’Igea Virtus, che sette giorni prima aveva costretto il Frosinone al pareggio casalingo. Il Frosinone è di nuovo in C1, dopo sedici anni dall’ultima festa promozione. Scoppia la festa a Melfi e a Frosinone, dove circa diecimila persone si riversano per le strade e allo stadio Comunale per festeggiare la C1.

Anni ’80 e ’90

Nel 1980/81, i ciociari del presidente Giovanni Battista Lenzini e del tecnico Alberto Mari, venivano promossi in C2 senza mai perdere una partita. Tornato tra i professionisti, il Frosinone non sfigurava arrivando terzo e sfoggiando il capocannoniere del girone, Gabbrielliniche firmava 17 gol. I canarini per quattro anni navigavano nell’alta classifica tra il terzo e l’ottavo posto mancando la promozione per un solo punto nel 1985 quando mettevano in “vetrina” molti giovani ceduti a squadre di categorie superiori: Benini, Berardi, De Paola, Martini, Perrotti, Viviani. Nella stagione 1986/87, il Frosinone del presidente residente Tito Di Vito e dell’allenatore Mari arrivava primo e guadagnava la promozione in Serie C1 nonostante una non florida situazione economica e finanziaria. Al primo anno di C1, i giallo-azzurri entusiasmavano i propri tifosi inserendosi nella lotta per la promozione in Serie B sino alla vigilia di Natale grazie a un gioco brillante ma il rendimento scendeva nel girone di ritorno per chiudere al settimo posto. L’anno successivo, il Frosinone tornava in Serie C2 per una evitabile retrocessione nonostante la presenza di Edoardo “Ciccio” Artistico, destinato a una brillante carriera agonistica. Negli Anni Ottanta, spiccavano le figure dei presidenti Giovanni Battista Lenzini, Umberto Celani, Mario Apuzzo, Eraldo Profumo, Mario Iannarilli, Alfredo Scaccia; del direttore sportivo Mario Iacobucci; dei tecnici Alberto Mari e Mario Santececca; dei calciatori protagonisti delle due promozioni : Atzori, Ciavattini, Farinelli, Ferrari, Marchetti, Pellegrini, Santarelli, Sesena, Vergili nel 1981; Cari (“alfiere” dei giallo-azzurri con 287 presenze) e Davato nel 1981 e nel 1987; Di Liso, Gaudino, Lattuca, Mariotti, Martin, Orlando, Pietrantoni, Virigili, Viscido nel 1987 nonché dei giocatori di maggiore prestigio in Serie C1 ossia Ambu, Artistico, Bellini, Cristiano, Malaman, Poli. Nel 1990, il Frosinone falliva un pronto ritorno in Serie C1 per soli tre punti ma, in estate, veniva radiato dalla FIGC e sembrava destinato a ricominciare dalla Promozione; in extremis, però, veniva inserito in Interregionale dove restava per quattro anni. Nel 1993-94, i giallo-azzurri del presidente Massimo Conti e dell’ allenatore Luciano Vescovi, si insediavano in testa alla classifica per quasi tutto il campionato facendosi raggiungere e superare negli ultimi turni da Giulianova e Albanova ma approdava egualmente tra i professionisti in virtù di un “ripescaggio”. In Serie C2, i canarini si classificavano decimi nel 1996 e, l’anno dopo con con Mari di nuovo in panchina, fallivano sul traguardo la promozione diretta in Serie C1, perdendo poi i play-off con l’Albanova; nel 1997, 1998 e 1999, invece, si arrivava di nuovo agli spareggi post-campionato ma questa volta per non retrocedere salvandosi per due volte ai danni di Casertana e Albanova, per perdere alla terza sfida con il Tricase. In questo periodo, eccellevano le figure dei presidenti Angelo Deodati e Massimo Conti, del tecnico Mari, dei calciatori Assante, Bagaglini, Brandani, Campilongo, Colagiovanni, Filippi, Pelosi, Perrotti, Russo.

Anni ’70

Nel 1970-71, il Frosinone del presidente Gaetano Marocco e di mister Giuseppe Banchetti, vantava il record nazionale per la migliore difesa (solo 8 reti subite dall’ estroso Recchia, già in Serie A con Lazio e Messina) e raggiungeva di nuovo il paradiso conquistando la promozione in Serie C al termine di un nuovo entusiasmante duello con il Latina. I maggiori artefici della promozione erano Bechelli, Brunello, Del Sette, Derin, Malvestiti, Mettus, Recchia, Rotili, Salvatici, Vacca. In Serie C, i canarini disputavano quattro campionati (miglior piazzamento finale, settimo posto nel 1972) e lanciavano nel firmamento calcistico la stella di stella di Massimo Palanca, capocannoniere del girone meridionale della terza serie con 17 gol nel 1974 e, poi, simbolo della tifoseria del Catanzaro. Retrocessi nel 1975, i giallo-azzurri restavano in Quarta Serie sino al 1978, perdendo per un male incurabile il capitano Giugia e classificandosi secondi nel 1977, dietro ai rivali storici del Latina, nonostante i venti gol del bomber Santarelli. Nel 1977/78, il Frosinone era quinto ma veniva “ripescato” nella neonata Serie C2 per tornare subito in Serie D dove rimaneva per quattro stagioni evitando nel 1980 l’umiliazione della retrocessione in Promozione soltanto grazie alla differenza-reti. Negli Anni Settanta, si distinguevano le figure dei presidenti Gaetano Marocco, Domenico Franceschi e Giuseppe Battista, dei tecnici Giuseppe Banchetti, Giuseppe Lupi, Umberto Mannocci e dei calciatori Bartolini, Borsari, Brunello, Colletti, Dal Din, Derin, Filipponi, Iannarilli, Malvestiti, Massari, Palanca, Santarelli, Vescovi.

Anni ’60

Il calcio di buon livello tornava a Frosinone grazie a tre personaggi che, il 17 agosto 1963, davano notizia della nascita dello “Sporting Club”: Angelo Cristofari, Dante Spaziani e Augusto Orsini, quest’ultimo che aveva trasferito il titolo sportivo di Serie D dalla Nuova Cisterna al capoluogo ciocaro. In Serie D, il Frosinone si classificava sesto nel 1963-64, quinto l’anno successivo e primo nel 1965-66, conquistando la promozione in Serie C dopo un appassionante duello con il Latina. L’anno seguente, i canarini affrontavano squadre blasonate come Avellino, Bari, Lecce, Pescara e retrocedevano subito; sulla panchina ciociara sedeva come D.T. anche Amedeo Amadei, il centravanti della Roma e della Nazionale degli anni ’40 e ’50. Nel 1967/68 il Frosinone arrivava terzo in Serie D e il portiere Raffaele Trentini migliorava il record nazionale di imbattibilità restando senza subire reti per 1.204 minuti. I giallo-azzurri erano quinti nella stagione successiva e secondi nel 1969/70. In questo periodo, spiccavano a livello dirigenziale le figure di Angelo Cristofari, Benito e Roberto Stirpe, Dante Spaziani insieme agli allenatori Umberto De Angelis e Gennaro Rambone e ai calciatori Amici, Benvenuto, Caputi, Da Col, Del Sette, Fumagalli, Gabetto, Rosati, Trentini.

Anni ’40 e ’50

Nel 1945-46, il Frosinone rinasceva e disputava il campionato di Seconda Divisione Lazio salendo in Prima Divisione un anno più tardi e, subito dopo, in Serie C-Lega Centro. Dal 1948-49 al 1951-52, i giallo-azzurri disputavano il campionato di Promozione-Interregionale della Lega Centro e, nell’estate 1952, venivano inseriti, anche per interessamento dell’On. Giulio Andreotti, nel torneo di Quarta Serie di nuova istituzione. In questo periodo, spiccavano le figure di Silverio Trento(presidente), Vilmos Wilheim (allenatore) e Sandro Ciotti, l’indimenticato radiocronista Rai (calciatore). Dal 1952 al 1958, i canarini disputavano consecutivamente sei campionati di Quarta Serie, miglior piazzamento quarto posto nel 1953. Il 24 novembre 1957, si giocava Frosinone-Cosenza: la determinante prima forte scintilla di una serie di episodi negativi che si sommavano alle difficoltà economiche societarie determinando il ritiro dal campionato. Il Cosenza rappresentava una delle più forti squadre del girone e lottava per la promozione ma era il Frosinone a passare in vantaggio a tre minuti dalla fine: “I giocatori del Cosenza – scriveva un cronista dell’epoca – reagivano incivilmente al gol dandosi a singoli incontri di pugilato con la forza pubblica accorsa in campo”. L’arbitro, colpito da un atleta calabrese, finiva a terra e si rialzava fischiando la fine dell’incontro, i giallo-azzurri non stavano a guardare, il massaggiatore frusinate colpiva un giocatore ospite, molti spettatori oltrepassavano la rete di recinzione, la partita si trasformava in un “far west”; uscito dallo stadio, il direttore di gara veniva inseguito per qualche chilometro dai sostenitori del Frosinone. Il Cosenza inoltrava ricorso e la Caf gli dava ragione ribaltando “a tavolino” il risultato del campo. Un’assemblea di sportivi esprimeva il proprio risentimento nei confronti della Lega per l’ingiustizia subita e minacciava il ritiro dal campionato, che si verificava in seguito alla mancata presentazione nella gara di ritorno a Cosenza (10 aprile 1958) dopo aver subito altre penalizzazioni da parte della Lega e aver rinunciato a giocare a Marsala e Tempio Pausania. Negli Anni Cinquanta, spiccavano le figure di figure di Domenico Ferrante e Angelo Cristofari (presidenti), Mario Genta (allenatore) e dei giocatori Azzoni, Catenacci, Gabriele, Diglio, Dini, Lillo, Neri, Piccolimini, Pizzutelli, Quercia, Spinato, Surina. Nel 1958, nasceva l’ “Unione Sportiva Frosinone” che partecipava al campionato di Seconda Categoria, arrivava alla Promozione Lazio e, poi, ripiombava nell’anonimato calcistico.

I Primi Anni del Frosinone Calcio

Una squadra di calcio più o meno organizzata nasceva a Frosinone alla fine del 1918 ma l’attività agonistica continuativa prendeva il via nel 1923 con l’inserimento nel campionato di Quarta Divisione della Lega Sud. Nel 1928-29, la squadra disputava il torneo di Terza Divisione con il nome di “119° Legione Camicie Nere” e l’attività calcistica cittadina si vivacizzava con la disputa del “Torneo Rionale” tra le formazioni “Garibaldi”,“Ricciotti”, “S.Giorgio” e “Scalo” che si aggiudicava la manifestazione. All’ inizio degli anni Trenta, la città vantava due squadre Frosinone A e Frosinone B, che diventavano “Bellator Frusino A” e “Bellator Frusino B”. I colori sociali della squadra erano inizialmente il rosso e il blu,riprendendo la colorazione dello stemma municipale cittadino ma, successivamente, diventavano il giallo e l’azzurro. Il primo campo da gioco si trovava nel quartiere Madonna della Neve, poi si giocava nelle zone di via Cicerone e di via Valle Fioretta mentre l’attuale sito del campo sportivo veniva inaugurato nel 1932 e, per questo, lo stadio viene denominato “Matusa”. Negli Anni Trenta, la “Bellator Frusino” si copriva di gloria sino ad arrivare nel 1934 alla Prima Divisione Nazionale; in questo periodo, spiccavano le figure di Emilio Frongia (presidente), Politzer Lajos (allenatore) e Mario Marchegiani detto “Meazzetta” (mezzala ceduta alla Roma). Nella seconda metà degli Anni Trenta, la “Bellator Frusino” si scioglieva e veniva sostituita dai FF.GG. Frosinone che disputavano tornei di secondo piano a livello interprovinciale. Durante la guerra, i campionati venivano sospesi e la squadra cittadina spariva.