“GROSSO E’ IL TECNICO PER IL CALCIO CHE VOLEVAMO, E’ TRASPARENTE E ONESTO INTELLETTUALMENTE”

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FROSINONE – Dopo la articolata relazione introduttiva che rappresenta ormai un ‘must’ nelle conferenze stampa del presidente, è stata la volta delle domande formulate dai cronisti.

Presidente, lei ha parlato delle difficoltà di coniugare la necessità di ringiovanire e di presentare un prodotto valido. Il modello Frosinone sembra molto interessante, parte dalla prima squadra per arrivare all’ultima formazione. In questo progetto c’è un nuovo modo di fare calcio. In questo caso il compito di Grosso come si inserisce?

“Grosso è stato scelto per questo motivo, dal Direttore è stato ritenuto il tecnico all’altezza di interpretare al meglio il calcio che volevamo. Nel corso delle sue esperienze professionali ha espresso un calcio propositivo. Secondo me lo sta facendo bene e anche il settore giovanile sta seguendo questa filosofia, come ha fatto notare Frara nella sua intervista. Che non riguarda il modulo ma l’atteggiamento. Naturalmente poi sono le idee che fanno la differenza. Grosso si sta muovendo molto bene, ha una modalità di gestione anche abbastanza integralista ma penso che sia giusto così. E che poi ognuno si assume le responsabilità di quello che fa”.

Presidente, lei parla di equilibrio finanziario raggiunto. Ma c’è anche da rilevare un andamento altalenante della squadra. Anche noi presentammo una manifestazione di interesse per lo stesso sito ma sono contento di questa iniziativa che lei e il Frosinone stanno intraprendendo. Mi auguro infine che lei presti maggiore attenzione alla carta stampata.

“Il Frosinone calcio non è la Croce Rossa, fa già tanti sforzi e sacrifici e chiede molto meno di quanto dà a tutti. Per cui sapete che io sono sempre solidale con la cultura del fare, è giusto che ci sia una stampa che venga messa in condizione di svolgere il proprio lavoro ma il Frosinone non può farsi carico di situazioni che personalmente non fa piacere vedere. E’ giusto che questo messaggio venga lanciato alla società civile. Per quanto attiene il progetto di risanamento, sta andando avanti. Un pezzo è stato fatto, poi ne seguirà un altro fino al completamento per addivenire ad un equilibrio economico-finanziario. Il Frosinone deve dipendere sempre meno dagli azionisti di riferimento.  Se diciamo che il Frosinone è dei tifosi e della città, allora città e tifosi debbono essere messi nelle condizioni di gestire il Frosinone. Quanto al discorso relativo a Fiuggi, anni fa andammo là poi per una serie di motivi siamo dovuti andare via. Oggi potrebbero esserci le condizioni positive per riprendere quel discorso. Vedremo come sarà accolto il progetto, come anche a Ferentino, da Città e Amministrazioni. Non vogliamo dominare ma essere complementari. Se viene recepita la nostra proposta, entrambe potranno fare un salto di qualità”.

Gatti è uno dei giocatori del mercato invernale che interessa a grandi club. Lei ci può dire la sua a riguardo? E sulla questione esuberi?

“Le priorità del mercato sono quelle di trovare la sistemazione dei calciatori che non rientrano nei piani della società, bisogna trovare la finestra giusta per sistemare queste situazioni. Le idee per migliorare ci sono ma è giusto che a questo risponda l’Amministratore dell’Area Tecnica. Gatti? Per me è un giocatore del Frosinone, mi diverto tanto quando lo vedo giocare. Oggi la Società ha un perimetro ben definito, ha assunto una condizione manageriale di un certo tipo, le domande dovete porle ad Angelozzi. Io ho le mie idee, chi si prende le responsabilità di certe decisioni è lui. A noi non può che fare piacere il successo di Gatti”.

Il Covid-19 è tornato protagonista. Nelle prossime ore ci sarà un’assemblea di Lega, quale pensa sarà la strada giusta?

“Ho affrontato questo tema con Gualtieri che prenderà parte all’Assemblea di Lega: il Frosinone vuole giocare. Quando lo scorso anno noi ci trovammo in una situazione molto seria (15 giocatori colpiti dal Covid, ndr), molte Società risposero di no ad una nostra richiesta ed hanno fatto bene. Poi se domani l’80% delle società deciderà che la scelta deve essere diversa, noi non ci metteremo di traverso. Diciamo anche che sono state tolte anche certe disposizioni, siamo tornati ai tempi di Salernitana-Reggiana e tutto viene gestito dalle Asl. E si rischia il 3-0 a tavolino. E infine ci sono i rapporti con i licenziatari, le tv. Chi non potrà giocare, basta che l’Asl intervenga e dice che non si può giocare. Ma non può essere la Lega a dirlo. E mi aspetto che anche la Figc faccia qualcosa e assuma una posizione”.

Quanto è credibile questo mondo del calcio alla luce del caso Salernitana?

“Il calcio non è peggiore del resto delle attività nel nostro Paese. Di situazioni nella vita civile e sociale assimilabili a quella che tu hai posto come esempio ve ne sono centinaia. Il calcio viene in evidenza perché c’è un interesse particolare ed è sotto i riflettori di tanti media. Le vicende di oggi sono quelle di sempre, non pongono dubbi più seri sul calcio. Il tema delle plusvalenze è vecchio di 25 anni. Bisognerà vedere come finiranno queste indagini. Il tema della Salernitana era un tema nuovo nel calcio italiano anche perché non è abituato alla multiproprietà. Ce ne sono due di casi rilevanti e in uno di questi è accaduto che la squadra salisse nella stessa categoria dove un soggetto deteneva già la proprietà di un’altra squadra. Io spero che sia trovata la situazione giusta che contempli le esigenze della Salernitana, dei tifosi e della credibilità del calcio. E penso che la nostra Federazione sia attrezzata per trovare la soluzione”.

Presidente, ritiene che il concetto di fidelizzazione relativo ai vostri giovani talenti esternato dal ds del settore giovanile Alessandro Frara nei giorni scorsi rappresenti la sfida più stimolante che attende il club?

“Ho letto l’intervista, l’ho trovata buona. Il nostro è un movimento che deve partire dal basso. Partire dai luoghi che destano magari poco interesse. Se siamo capaci di farlo, saremo in grado di creare un progetto tecnico che dia identità. Queste attività saranno sempre più collegate alla prima squadra. Spesso si è fatto un errore nel passato, settore giovanile e prima squadra debbono invece dialogare e integrarsi. Solo così si possono far crescere i ragazzi”.

Qual è la qualità di Grosso che le sta piacendo. E quale giocatore acquistato l’estate le sta piacendo di più, tolto Gatti?

“La qualità maggiore di Grosso è la trasparenza e la onestà intellettuale. Spero che riceva un premio per questa sua qualità. E poi interpreta un modello di calcio che mi sta piacendo molto, che fa divertire la gente. Con quel tipo di calcio puoi anche rischiare ma fai divertire la gente. Ripeto, un calcio fatto da una persona con una grande onestà intellettuale. Per quanto riguarda gli acquisti ce ne sono tanti. Tutti i ragazzi che Angelozzi ha portato qui sono tutti bravi, nel giro di 2-3 anni saranno dei protagonisti qui a Frosinone. Anche quelli che si pensa che dobbiamo buttare nel frullatore. Ad esempio ci sono ragazzi stranieri, che vengono da lontano, con tanti problemi tra i quali la lingua, l’alimentazione, la sistemazione, la scuola. Ecco, valutiamo tutto e troviamo le risposte a tutte le domande”.

Il Frosinone ha giocato alla pari con squadre come Brescia, Lecce, Benevento. Anche andando a derogare dal suo progetto pluriennale, se si creasse la condizione di puntellare la squadra per salire, lei darebbe questo input?

“Io penso che noi dobbiamo essere umili e praticare un altro tipo di principio: i risultati si costruiscono con il buon lavoro durante il giorno. Quando il lavoro si fa bene, allora c’è una buona possibilità di costruire dei risultati ma se non si fa bene rischiamo di trovarci nella condizione dello scorso anno. Non pongo limiti a nessuno, se non vogliamo avere delle illusioni velleitarie dobbiamo costruire il terreno giorno dopo giorno. Dobbiamo acquisire la consapevolezza di quell’obiettivo che possiamo raggiungere, il mio obiettivo adesso è tenere la categoria che deve essere funzionale ai passi successivi. Se poi i ragazzi avranno la forza e i dirigenti saranno stati capaci di trovare quello che manca per compiere un altro step, io non sarò il limite. Noi non dobbiamo pensare che la B sia una ‘diminutio’ per Frosinone, la serie A invece è l’eccezione. Bisogna recuperare la dimensione, penso che dobbiamo fare il nostro percorso senza mettere pressioni all’ambiente. Noi siamo un gruppo attrezzato, agguerrito e che ha cambiato pelle”.

I tifosi allo stadio a Frosinone stanno diminuendo, che effetto le fa questa situazione.

“Anche questa situazione la dobbiamo mettere in relazione a quanto sta accadendo negli altri stadi, anche se siamo secondi per presenze in serie B. Il problema è che la pandemia sta creando una situazione di incertezza a fronte di una ampia copertura mediatica. Se si unisce la cattiva stagione, la scomodità di certi orari come le ore 14 di sabato quando una famiglia non verrà mai allo stadio, si possono comprendere tante cose. Ho pregato Gualtieri di farlo presente in Assemblea di Lega. Sarebbe interessante valutare la presenza negli stadi nelle fasce orarie. Se potessi decidere io farei una petizione per farlo togliere l’orario delle 14 il sabato”.

Presidente, parliamo della stagione del calcio femminile nel Frosinone. E poi la città di Frosinone ospiterà la SuperCoppa femminile a gennaio.

“Un tema che mi sta particolarmente a cuore. Non è la prima volta che affermo che lo stadio di Frosinone avrei piacere venisse frequentato dalla nazionale femminile. Come anche che questo stadio venisse frequentato dalle formazioni femminili, dare quindi una identità a riguardo. Da questo punto di vista la squadra femminile alla quale non abbiamo dedicato impegno e attenzione particolare, entro i prossimi 3 anni portata a regime per organizzazione e competenza. Abbiamo ospitato le partite della nazionale U20, della U21 ed ora abbiamo l’onore di ospitare la semifinale e finale della Supercoppa Femminile. Che ha un livello di sviluppo molto superiore al calcio maschile. Se guardate a quello che accade negli Stati Uniti, il calcio femminile è più sviluppato di quello maschile. Spero che il 5 e 8 gennaio saranno il trampolino di lancio affinché Frosinone diventi l’albergo stabile del calcio femminile a livello nazionale. Sarebbe un bel risultato. E mi auguro che la stampa ci dia una mano a pubblicizzare e spingere l’evento”.

Infine, prima della chiusura sono arrivati attraverso i canali social del Frosinone i saluti dei tifosi al presidente. Che chiude con un pensiero a loro dedicato: “Sono io che mi complimento con loro, faccio i i miei migliori auguri. Viviamo un momento complesso, noi proviamo a fare la nostra parte”.

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

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