ARRIGONI, IACONI E TUTTI I ‘FIGLIOCCI’ DI ENRICO: “GIA’ CI MANCHI DIRETTORE”

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Alle esequie di sabato mattina a Città Sant’Angelo, a due passi da Pescara, saranno in tanti i ‘suoi’ ragazzi. E tra questi diversi giocatori che nel corso della sua permanenza al Frosinone hanno segnato la storia del Club giallazzurro. Per tutti gli ex canarini, diversi dei quali raggiunti anche grazie al capitano Gianluca De Angelis, un pensiero ‘unico’ nei confronti del Direttore Enrico Graziani – scomparso dopo una breve malattia nella tarda serata di giovedi scorso -: “E’ stato un uomo fantastico, un padre, una persone onesta, seria e competente, dotata di grande equilibrio”. Stesse parole dai due allenatori-amici, Daniele Arrigoni e Ivo Iaconi.

Il primo a ricordarle è il capitano Gianluca De Angelis. Uno di quelli della ‘prima ora’. Gianluca è appena tornato dalla camera ardente. Con Graziani aveva un rapporto quasi filiale: “A lui mi legano tanti ricordi, abbiamo vissuto 6 stagioni insieme.  Io arrivavo dal Modena e mi trasferivo alla Vis Pesaro. Mi dissero che il ds era Graziani. Io pensai subito a Ciccio Graziani e invece mi trovai di fronte lui in sede insieme all’allenatore Arrigoni. Mi fece subito una buonissima impressione, sapeva metterti a tuo agio. Creammo un feeling particolare, rimanemmo 2 stagioni alla Vis Pesaro: il primo anno vincemmo il campionato dalla serie C2 alla C1 e poi ci salvammo la stagione successiva. Andò via, passando al Teramo e mi volle con sé. Altre due stagioni, ripetendo lo stesso iter sportivo. E quindi arrivammo a Frosinone, la mia ultima tappa della carriera di calciatore. Ricordo che ogni tanto c’era qualche discussione sul contratto ogni fine stagione: diceva che me lo doveva abbassare perché ormai ero vecchio e che non reggevo più. Sapeva che mi sarei arrabbiato e mi diceva: porto due centrocampisti nuovi. E io di rimando: porti chi vuole, alla fine gioco io. Sapeva benissimo che quelle frasi erano da stimolo. Infatti tra noi era un gioco tra le parti. Mi ricordo anche quando arrivammo al Matusa, c’era l’erba altissima. Io dissi: Direttore dove mi ha portato, l’erba è alta mezzo metro. Mi rispose: Ma qua c’è da dare la caccia ai leoni, forza… E tanti altri aneddoti mi legano a lui. Stagioni con lui fantastiche. Vederlo sul letto negli ultimi tempi mi ha procurato tanto dolore, spero non abbia sofferto ma sono convinto che ha combattuto fino alla fine”.

Il capitano è commosso ma cerca di superare il momento: “Ricordo anche che quando uscivamo a cena con i compagni, io ero tra i più anziani. Mi addebitava quelle uscite. Mi chiamava la mattina alla 7 mentre stavo dormendo, era convinto che li portavo io fuori: Ieri sera dove li hai portati, sempre colpa tua… Tu dormi sempre, mi diceva con quella voce inconfondibile. Ma il nostro segreto era l’armonia, un gruppo fantastico”.

Da Gianluca a Stefano De Angelis, terzino sinistro: “Ci sarebbe tanto da dire del Direttore, tutto il meglio che si può dire di un uomo e di un professionista. Aveva un modo inconfondibile di sdrammatizzare, con quel baffo indimenticabile. Sempre pronto alla battuta. E poi aveva capacità professionali uniche per quello che ha saputo fare nel corso della sua carriera. La cosa più bella è quello che mi ha lasciato dentro. Io l’ho visto fino ad un mese fa ed era sempre pronto alla battuta, questa cosa la porterò sempre con me. Rimane una grandissima persona”.

E’ la volta del centrocampista Salvatore Marra, oggi tecnico della Puteolana: “Mi viene da sorridere perché prima di andare a firmare dal presidente Stirpe, avevo parlato con lui a lungo. Poi il presidente mi chiese cosa fosse successo sotto il profilo economico la stagione precedente con la mia ex squadra. E poi, con immenso mio stupore e un fare paterno, mi disse di stare tranquillo. Quando uscimmo, il Direttore mi riempì di ‘paroline’ e fu complicato fargli comprendere che io stavo solo raccontando una cosa realmente accaduta per un dovere di cortesia nei confronti del Presidente. E tutte le volte che mi vedeva mi diceva che lo avevo buggerato. Quante risate con lui. Che uomo, uno spettacolo”.

 

E’ la volta di un altro pilastro della difesa, Marco Arno: “Per tutti noi, il Direttore era semplicemente Enrico. E in questo momento è complicato parlare di lui. Una persona estremamente leale, coinvolgente, pacata nel suo modo di fare ma nello stesso tempo una persona con le idee chiare. Soprattutto sapeva mantenere gli equilibri. Quando mi chiamò per il progetto-Frosinone non esitai, sapevo cosa mi stava presentando un uomo che voleva solo vincere. Accettai subito e nonostante le difficoltà iniziali di quel campionato riuscimmo a trionfare all’ultima giornata (a Melfi, 1-0). Anche in quel momento non ci trovammo di fronte una persona che si lasciò andare a scene particolarmente festose. Però gli si leggeva negli occhi che avevamo raggiunto un obiettivo importante perché si sentiva coinvolto nel Frosinone e responsabile di questo progetto tecnico. Un abbraccio alla famiglia e a tutti i miei ex compagni, con tanta tristezza dentro”.

Il ciociaro Luca Galuppi, ala destra di quella squadra che vinse il primo campionato del dg Graziani a Frosinone: “Un aneddoto che mi riviene sempre in mente mi riporta alla partita di Melfi (9 maggio 2014, ndr9: lui era in contatto con Igea Virtus-Brindisi e praticamente vivemmo 2 partite in una. Il direttore era irrefrenabile in panchina e a fine partita mi disse: “Galuppi tu sei uno di quelli che non ho portato io a Frosinone, ma ti devo ringraziare e abbracciare”. Ecco, non potrò mai dimenticare quei momenti e quella soddisfazione.

Quindi le parole dell’attaccante Massimiliano Memmo: “Con il Direttore avevamo un rapporto bellissimo, una persona sincera e leale. Un grande professionista ma il nostro rapporto andava oltre. Per qualsiasi cosa lui era a disposizione. Quando avevi necessità, ti dava una mano. Un rapporto che è andato avanti anche quando ho smesso di giocare, abbiamo trascorso tante serate insieme vista anche la vicinanza, lui a Città Sant’Angelo e io a Lanciano. Ci siamo visti con lui e tanti miei compagni dell’epoca. Voglio ricordarlo come una persona che mi ha voluto bene, che si è fatta voler bene da tutti. Perdiamo un grande uomo di Sport e una persona fantastica sotto il profilo umano”.

Non poteva mancare lui, bomber Ciro De Cesare: “Mi unisco al dolore della famiglia Graziani per la scomparsa del Direttore. Io ho un ricordo spettacolare, mi ha insegnato molto a Frosinone. Se posso dirlo, è stato come un padre per me. E nel calcio persone come il Direttore Graziani se ne trovano davvero pochissime. Sono addolorato, spero che possa riposare in pace. Lui che a Frosinone ha fatto la storia”.

Un altro centrocampista, Marco Marchetti, di quella squadra che torneò in serie C1. Marchetti parla a Graziani, frasi commoventi: “Rimango senza parole, parliamo di una persona favolosa. L’anno di Frosinone lo ricordo benissimo: ci ha traghettato dalle prime difficoltà verso la vittoria del campionato, con la sua calma incredibile. Dolore e tanto dispiacere, chiudo gi occhi e ho tante immagini di te caro Direttore. Mi sarebbe piaciuto darti l’ultimo abbraccio ma purtroppo non ci sono riuscito. Riposa in pace, porterò con me il tuo ricordo ben scolpito. Ciao Direttore”.

Il tecnico di quella squadra era Daniele Arrigoni, da qualche anno impegnato in Lega come ct delle rappresentative di serie C: “Un dolore la sua scomparsa. Tra noi c’è stato un rapporto che è andato al di là del calcio. E’ venuto spesso anche a trovarmi durante gli impegni con le varie selezioni. Enrico è stato un uomo e un professionista a tutto tondo, sentiremo la sua mancanza. Spero di fare in tempo domani (sabato, ndr) ai funerali, ho telefonato alla famiglia. E se non dovessi farcela, quanto prima vedrò di andare a rendergli omaggio al cimitero. Il Direttore a me personalmente ha aiutato tantissimo, mi ha limato il carattere dal primo incontro a Pesaro. E’ stato un ‘apripista’. E mi disse: se vuoi arrivare in A, devi migliorare. E poi con lui in quei tre anni insieme abbiamo sempre centrato gli obiettivi. Era piacevole stare con lui, si discuteva di tutto. E’ stato un compagno di lavoro ed anche un uomo di riferimento”.

Al capitolo allenatori vincenti con il Frosinone sotto l’ala del duo Stirpe-Graziani, c’è Ivo Iaconi. Un altro nome che per i tifosi del Frosinone non ha bisogno di presentazioni: “Parole per descrivere la scomparsa di Enrico mi resta davvero complicato rappresentarle. Posso dire che ci manca già tanto, troppo. Ci vedevamo ogni tanto a cena per parlare di calcio da osservatori. Purtroppo non ho avuto modo di rivederlo perché sono stato fuori dall’Italia per 4 mesi, quando sono tornato 1 mese fa seppi che non stava bene e chiamai la moglie. Non volevo disturbarlo e forse lui non voleva far vedere che non stava bene. Lo ha fatto con la sua grande attenzione di sempre: ha voluto che tenessi con me il suo ricordo migliore. Ma mi resta l’amarezza dentro”.

E’ la volta di David D’Antoni, centrocampista di quel Frosinone che conquistò la storica promozione in serie B: “Ho ricevuto la notizia ieri sera da Gianluca De Angelis, stranezza del destino ero e cena a Gabicce con Martini e Ischia. Una coincidenza, pensare che gli avevamo fatto un videomessaggio simpatico tutti e tre qualche giorno fa. Siamo stati davvero molto legati a lui. Il suo umorismo è qualcosa di indimenticabile, al di là della competenza e umanità. Una persona fantastica. Per chi come noi è stato anche altrove con lui, è stato come un papà. Ci ha permesso di fare questa carriera, di conoscere gente fantastica dove abbiamo fatto le nostre fortune e tra questa la tappa di Frosinone che resterà scolpita in tutti noi. Ho un ricordo bellissimo di Graziani, l’ho avuto 7 anni. Un dispiacere enorme. Ieri ci siamo sentiti con gli altri ragazzi, appena uscita la notizia. Voglio mandare un grande abbraccio alla famiglia del Direttore. E dopo la morta di Domenico Costantini è un’altra brutta notizia”.

Dopo D’Antoni, non poteva che esserci Marco Martini, neo allenatore del Forlì, è stata una delle tantissime creature calcistiche di Enrico Graziani. Il famoso asse D’Antoni-Martini segnò un pezzo di Storia del Frosinone in occasione della finale col Grosseto: “Il mio ricordo? Forse lo avranno detto tutti e allora mi associo: indelebile. Mi prese al Fano in serie D e mi ha portato fino in B con il Frosinone. Un professionista scolpito nella roccia ma di una simpatia unica, ha creduto in me senza indugi. Persona schietta, onesta, genuina: non si poteva non volergli bene. Tutti. Tra me e lui un rapporto solido, il culmine senza dubbio a Frosinone. Proprio per il suo modo di essere, tutti cercavamo sempre di dare di più perché lo meritava. Una persona dai valori umani eccezionali. Ho perso davvero tanto. La sua scomparsa è una mazzata”.

A proposito di difensori, una delle intuizioni di Graziani fu Michele Ischia: “Per me il Direttore è stato importantissimo perché mi ha fatto sia iniziare la carriera che permettermi di continuarla nel modo più bello. Quando ho iniziato a giocare al calcio, il primo anno da professionista l’ho fatto a Trento e da lì sono andato a Pesaro grazie al Direttore Graziani. Fu lui a volermi. E l’anno che ho giocato lì abbiamo vinto il campionato. Sono stato ancora con lui e quando le nostre strade di sono separate è rimasta la stima. Ma quando si è trattato di provare a rinforzare il Frosinone lui si è ricordato di me e mi ha subito chiamato. Fui felicissimo perché sapevo della serietà e della competenza della persona. La storia parla da sola: abbiamo vinto il campionato, siamo stati due anni in B insieme. A lui devo tutto, per me è stata una persona importantissima, capace, onesta, sincera nei rapporti. E se tutti i giocatori che ha avuto gli hanno voluto bene e gliene vorranno anche dopo la sua scomparsa, un motivo c’è…”.

Un giocatore che ha fatto parte di un gruppo successivo è l’attaccante Chistian Cesaretti: “Ho visto la notizia ieri in tarda serata e mi ha creato subito commozione e tanto dispiacere. Furono lui e il direttore Ortoli a portarmi a Frosinone, una piazza alla quale sono rimasto particolarmente legato. Tre anni e mezzo comunque importanti. Graziani mi è stato vicino quando sono arrivato, ero molto giovane e per la prima volta uscivo dalla Toscana. Ricordo di lui che aveva sempre la battuta pronta ed era anche un grande conoscitore di calcio. Una persona che ti stava sempre vicino in tutti i momenti. All’interno della Società e dello spogliatoio era un vero uomo di riferimento. Mi dispiace molto, condoglianze alla famiglia. E posso dire che per me è stato un piacere averlo conosciuto. Mi ha dato fiducia in una grande piazza come Frosinone. Non posso che ringraziarlo per sempre”.

E siamo convinti che da Lassù il buon Enrico farà il tifo per tutti i suoi ‘figliocci’, mandando loro ogni tanto qualche sonoro ma bonario rimbrotto. Aspettatevelo…

Ufficio Stampa Frosinone Calcio

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